Natura umana e non

Ecco una foto scattata durante il primo lockdown e ora, alla vigilia del secondo, mi torna in mente quell’attenzione alla Natura che velocemente è arrivata ed è scomparsa altrettanto in un baleno.

Erba incolta e alberi piegati dal peso dei rami fogliati davano un aspetto selvaggio al verde come un guizzo di soddisfazione nel riprendersi il territorio.

Eppure questa superiorità la Natura non l’ha mai avuta con noi, siamo noi ad averla sfruttata fino al midollo.

La scorsa estate sono andata a innaffiare le piante e i fiori sul balcone di vicini in vacanza e non vorrei sembrare troppo astrusa ma quelle piantine cercavano di stabilire un contatto con me.

La prima volta aprendo la porta che dalle scale porta direttamente sul balcone ho percepito un tremore, una paura, non mia, ma delle piante.

“Oddio son tornati!”

“Tranquille ragazze sono io, la ciurma è in vacanza”

E così passando i giorni le trovavo sempre più rilassate e rigogliose, salutandole e parlandoci un po’ assieme le sentivo anche contente.

Un supporto psicologico a vicenda insomma!

Bene, volete sapere cosa ne hanno pensato i padroni di casa al ritorno?

Ovviamente meravigliati di aver trovato Flora in gran forma (così avevo battezzato le piante come se andassi a trovare veramente un’amica).

Tant’è che al viaggio successivo me le sono ritrovate sul gobbo, ma almeno partivo avvantaggiata sulla consulenza psicologica.

Siamo tutti esseri viventi, in forme e dimensioni diverse, che abitano INSIEME la stessa casa: la Terra.

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